San Valentino è alle porte così, dopo aver approfondito il blu oltremare e il verde di malachite, scopriamo una gradazione di rosso, colore simbolo di questa ricorrenza: il vermiglione.
Chimicamente è un solfuro di mercurio presente in natura sotto forma di un minerale chiamato cinabro, che vediamo nella foto in basso.
Il suo nome deriva dal latino "cinnàbaris" e dal greco antico "κινάβρα", puzza di caprone, perché, a causa della presenza di zolfo, emanava cattivo odore quando veniva riscaldato.
In passato il cinabro era usato come pigmento rosso dopo essere stato macinato e purificato con diversi lavaggi.
A partire dal Medioevo, anche perché il processo di purificazione era difficoltoso, il rosso cinabro naturale venne sostituito con quello di sintesi che, per distinguerlo, venne chiamato rosso vermiglione.
Dato che la sua tonalità ricordava quella del rosso ottenuto dalla cocciniglia, un parassita delle piante, il suo nome deriva dal latino "vermiculus", verme. Anche il vermiglione è un solfuro di mercurio come il cinabro naturale e la tinta è pressoché la stessa: una tonalità di rosso che tende all'arancio.
Nonostante il suo costo non raggiungesse quello dell'oltremare, Cennino Cennini ne "Il libro dell'arte" raccomandava
Il vermiglione si otteneva da una miscela di mercurio e zolfo che, riscaldata, dava origine a un solfuro di mercurio di colore nero. Questo, dopo aver subito un ulteriore riscaldamento e una serie di trasformazioni, assumeva il classico colore rosso e veniva macinato come pigmento.
Diversi pittori usarono il vermiglione nelle loro opere, fra cui Tiziano per il velo di Arianna che vediamo a sinistra nell'immagine dell'opera esposta alla National Gallery.
Spesso, però, i pigmenti del passato nascondevano insidie e il rosso vermiglione non era da meno: tanto bello quanto pericoloso. Come abbiamo detto contiene mercurio, un elemento velenoso che provoca danni al sistema nervoso centrale, a livello epatico, renale, respiratorio e gastrointestinale.
* Immagine in apertura: By Stephhzz (Own work) [GFDL or CC BY-SA 3.0)], via Wikimedia Commons
Chimicamente è un solfuro di mercurio presente in natura sotto forma di un minerale chiamato cinabro, che vediamo nella foto in basso.
Il suo nome deriva dal latino "cinnàbaris" e dal greco antico "κινάβρα", puzza di caprone, perché, a causa della presenza di zolfo, emanava cattivo odore quando veniva riscaldato.
In passato il cinabro era usato come pigmento rosso dopo essere stato macinato e purificato con diversi lavaggi.
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By H. Zell (Own work) [GFDL or CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons |
A partire dal Medioevo, anche perché il processo di purificazione era difficoltoso, il rosso cinabro naturale venne sostituito con quello di sintesi che, per distinguerlo, venne chiamato rosso vermiglione.
Dato che la sua tonalità ricordava quella del rosso ottenuto dalla cocciniglia, un parassita delle piante, il suo nome deriva dal latino "vermiculus", verme. Anche il vermiglione è un solfuro di mercurio come il cinabro naturale e la tinta è pressoché la stessa: una tonalità di rosso che tende all'arancio.
Nonostante il suo costo non raggiungesse quello dell'oltremare, Cennino Cennini ne "Il libro dell'arte" raccomandava
Chompera sempre cinabro intero e non pesto, né macinato. La ragion? Che lle più volte si froda o co' minio o ccho' matton pesto.
Il vermiglione si otteneva da una miscela di mercurio e zolfo che, riscaldata, dava origine a un solfuro di mercurio di colore nero. Questo, dopo aver subito un ulteriore riscaldamento e una serie di trasformazioni, assumeva il classico colore rosso e veniva macinato come pigmento.
Diversi pittori usarono il vermiglione nelle loro opere, fra cui Tiziano per il velo di Arianna che vediamo a sinistra nell'immagine dell'opera esposta alla National Gallery.
Spesso, però, i pigmenti del passato nascondevano insidie e il rosso vermiglione non era da meno: tanto bello quanto pericoloso. Come abbiamo detto contiene mercurio, un elemento velenoso che provoca danni al sistema nervoso centrale, a livello epatico, renale, respiratorio e gastrointestinale.
Oggi, per la produzione del rosso vermiglione sono impiegati composti diversi dal mercurio, quindi, per dipingere, meglio usare quello che troviamo nei tubetti dei negozi di belle arti.
* Immagine in apertura: By Stephhzz (Own work) [GFDL or CC BY-SA 3.0)], via Wikimedia Commons
Concetta Lapomarda
Ho cominciato a curare Colorability da aprile 2015, qui ci sono i miei articoli.
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