Di due colori diversi, vero? Uno è grigio scuro e uno grigio chiaro.
In realtà le due figure sono dello stesso colore: siamo caduti nel tranello dell’illusione ottica.
Il contesto e la vicinanza di più colori giocano un ruolo fondamentale nella percezione.
Come se non bastasse, la sensazione del colore è soggettiva. Tante volte ci capita di non essere d’accordo sul colore di un vestito ("Sicura sia nero? A me sembra blu scuro..."); quando si parla di sfumature poi, ognuno le interpreta in modo personale.
Come possiamo indicare proprio il colore di cui abbiamo bisogno? In nostro soccorso arriva il colorimetro. Come suggerisce il nome, composto dai termini colore e metro, questo strumento ci aiuta a misurare il colore e a definirlo in modo oggettivo e univoco.
La sua sensibilità è molto simile a quella dei nostri occhi, ma permette di ottenere una misura precisa e universalmente accettata perché usa la stessa illuminazione nelle diverse situazioni e traduce il colore in valori numerici.
Prendiamo una mela. Ci sembra rossa perché riflette la luce con una lunghezza d'onda specifica, compresa fra 630 e 760 nanometri. Come percepiamo i colori? Grazie alla luce e a coni, circa sette milioni di cellule specializzate che abbiamo sulla retina. Divisi in tre gruppi e sensibili al rosso, al verde e al blu, si attivano quando sono colpiti da radiazioni ben precise (i coni rossi da lunghezze d'onda comprese fra 630 e 760 nm, i coni verdi dall'intervallo di 490 e 570 nm, quelli blu dal range 420 - 475 nm).
La sua sensibilità è molto simile a quella dei nostri occhi, ma permette di ottenere una misura precisa e universalmente accettata perché usa la stessa illuminazione nelle diverse situazioni e traduce il colore in valori numerici.
Prendiamo una mela. Ci sembra rossa perché riflette la luce con una lunghezza d'onda specifica, compresa fra 630 e 760 nanometri. Come percepiamo i colori? Grazie alla luce e a coni, circa sette milioni di cellule specializzate che abbiamo sulla retina. Divisi in tre gruppi e sensibili al rosso, al verde e al blu, si attivano quando sono colpiti da radiazioni ben precise (i coni rossi da lunghezze d'onda comprese fra 630 e 760 nm, i coni verdi dall'intervallo di 490 e 570 nm, quelli blu dal range 420 - 475 nm).
Dopo averlo
posizionato sulla superficie interessata, lo azioniamo: la radiazione luminosa
colpisce il punto con il colore da definire e viene riflessa in direzione dei
sensori. Da qui si generano tre valori numerici (XYZ), detti valori tristimolo,
associati alla componente rossa, verde e blu del colore percepito. Usiamo la
terna XYZ quando lavoriamo sul modello Yxy, ma ne esistono altri a seconda
delle esigenze. Il colorimetro ci aiuta anche in questo caso e ci permette di
scegliere il modello di riferimento visualizzando i valori numerici associati.
Per esempio, con la notazione di Munsell usiamo la combinazione HVC (dove H indica la tinta, V la luminosità e C la saturazione).
Per esempio, con la notazione di Munsell usiamo la combinazione HVC (dove H indica la tinta, V la luminosità e C la saturazione).
Il
colorimetro sfrutta il nostro stesso meccanismo di percezione del colore,
potenziandolo; affianca i nostri occhi nelle situazioni cromatiche più
difficili e trova applicazione in diversi settori, da quello industriale a
quello scientifico. È un prezioso alleato, non trovi?
Una diversa versione di questo post è stata pubblicata sul blog "Scienza e Beni Culturali" della piattaforma "SapereScienza Ed. Dedalo"
Concetta Lapomarda
Ho cominciato a curare Colorability da aprile 2015, qui ci sono i miei articoli.
Restiamo in contatto